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Divertirsi con il DX - parte 4

DXing & Contesting

Come divertirsi facendo DX (Quarta parte)
Copyright © 2001 Paolo Zaffi, I4EWH. Tutti i diritti riservati.

Le spedizioni DX
Fin dalla preistoria il desiderio di avventura ha spinto l'uomo ad affrontare l'ignoto. Su barche, slitte o carovane di cammelli, migliaia di coraggiosi hanno sfidato il mare o i deserti per conoscere il mondo e conquistarlo. Da Marco Polo a Neil Armstrong, tutti quelli che hanno contribuito al progresso dell'umanità lo hanno fatto rischiando la vita.
Anche nel nostro piccolo mondo radioamatoriale non mancano gli spiriti avventurosi, e la loro attività preferita sono le spedizioni DX.
Esistono infatti dei paesi o delle isole dove non c'è attività radioamatoriale, vuoi per ragioni politiche, vuoi perchè non esiste popolazione residente e quindi neanche radioamatori. Uno di questi paesi era l' Albania; fino a poco tempo fa l'attività amatoriale era assolutamente vietata, ed il semplice possesso di apparati poteva portare dritto in carcere, se non peggio! Poi le cose sono cambiate, ed ora l'Albania é tranquillamente attiva in tutte le bande, ed é diventata così comune che spesso capita di sentire qualche operatore fare CQ a vuoto per diversi minuti prima di avere risposta. Non accadde certo al gruppo di italiani, americani, giapponesi e finlandesi che entrò in attività per primo da Tirana, dovettero fare ben settantamila QSO per accontentare tutti!
Ci sono invece paesi per i quali è facilissimo ottenere una licenza di trasmissione, vedi per esempio l’isola di Bouvet, basta fare domanda alle P.T. della Norvegia la quale esercita il diritto di sovranità su questa remotissima isola.
Arrivarci però é tutt'altro paio di maniche, sbarcarvi ancora peggio, e rimanervi un paio di settimane con tende, generatori, antenne e radio è impresa che pochi sono in grado di affrontare. Bisogna infatti disporre di una nave attrezzata per la navigazione sui ghiacci, ed anche di un elicottero perchè non è possibile l'attracco non essendoci porti nè banchine. Si è costretti ad atterrare su un terreno impervio e battuto da forti venti, scaricare in fretta decine di casse di materiale fragile, viveri, benzina e tutto il resto; poi bisogna montare il campo e le antenne, poi finalmente ci si può riposare... affrontando il pile-up ribollente di migliaia di radioamatori che cercano di strappare il fatidico QSO, standosene belli comodi e al caldo sulle loro poltrone, magari criticando anche gli operatori che affrontano la gelida estate antartica.
La spedizione del gennaio '90 a Bouvet, col nominativo 3Y5X fece circa quarantamila QSO, riuscendo a togliere questo country dal secondo posto nella lista dei paesi più ricercati dai DX'ers di tutto il mondo. Fu un'impresa epica.
Purtroppo non tutte le spedizoni DX finiscono bene: il 10 aprile 1983 un gruppo di tedeschi che andava ad attivare un' isola del gruppo Spratly, nel mar della Cina Meridionale, fu cannoneggiato da una guarnigione vietnamita che occupava l' isola.
Sulla loro nave, che affondò immediatamente, morì DJ4EI, Diethelm Muller, quarantun anni, gioielliere. Gli altri fecero appena in tempo a gettare in mare un canotto sul quale andarono alla deriva per nove giorni prima di essere raccolti da un mercantile giapponese. Purtroppo il giorno prima DJ3NG, Gero Band, trentotto anni, architetto, moriva di sete e il suo corpo veniva abbandonato in mare dai compagni ormai allo stremo.
Questa storia la racconto per due ragioni: la prima per far capire che la vita avventurosa non è tutta rose e fiori, la seconda per ricordare due radioamatori che sono morti perchè amavano il DX e ne facevano partecipi tutti gli altri appassionati in tutto il mondo.
Riposino in pace.
Per fortuna questi incidenti sono molto rari. Diverse altre spedizioni però hanno avuto grosse difficoltà, per esempio il gruppo che attivò AH1A l' anno scorso, a causa del mare grosso durante lo sbarco delle attrezzature perse in mare diverse taniche d'acqua potabile col risultato che la si dovette razionare. Paul, F6EXV mi raccontò che lo operatore americano col quale divideva la tenda terminò la sua dose anzitempo e avrebbe rischiato la disidratazione se gli altri non gli avessero dato parte della acqua che avevano conservato. Sempre l'anno scorso la spedizione alle South Sandwich, VP8SSI stava per essere interrotta da una bufera di vento (nell' Antartide quando tira vento non è come il nostro garbino...) che spingeva la tenda di OH2BH, Martti, con radio, pali, operatore e tutto verso un precipizio. Per fortuna egli riuscì ad ancorarsi a una roccia ed è ancora qui a poterla raccontare.
Storie come questa ne circolano tante, se qualcuno volesse saperne di più lo invito a partecipare al Convegno HF DX di Pontecchio Marconi che si tiene tutti gli anni in ottobre, durante il quale vengono fra l'altro mostrati videotapes e diapositive di spedizioni in tutto il mondo, e raccontate avventure come quelle che vi ho appena esposto. Ma chissà perchè anno dopo anno le onde sono sempre più alte, il vento soffia sempre più forte e le imprese sono sempre più temerarie. Siamo come i pescatori?


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