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E noi in quanti siamo...?

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  • E noi in quanti siamo...?

    Ho fatto una breve ricerca in giro per sapere quanti radioamatori sopravvivono in Italia alla spinta del progresso legato ai cellulari multifunzioni, ma ho trovato solo pochi dati risalenti a circa 30 anni fa. In compenso ho trovato due grafici interessanti, uno degli americani che mostra una netta ripresa dopo una flessione durata sette o otto anni, mentre il grafico giapponese meno aggiornato mostra un calo che assomiglia più a un tracollo vero e proprio ( chissà se si sono un po' ripresi nel frattempo..). Mi piacerebbe trovare qualche dato abbastanza recente relativo all' Europa e in particolare all'Italia. Non essendo io un analista non mi addentrerò in banali supposizioni per spiegare le cause di queste variazioni nell'interesse verso il nostro hobby, ma leggerò con interesse gli eventuali pareri in merito . 73'
    File allegati
    I4ZSQ Silvano

  • #2
    Re: E noi in quanti siamo...?

    Interessante Sil, sarebbe bello avere il grafico degli Europei ed infine degli italiani, giusto per avere un metro di confronto!Siamo più verso i giapponesi o verso gli americani??

    73.

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    • #3
      Re: E noi in quanti siamo...?

      Qualche mese fa ho letto le statistiche dell'ANFR francese sul numero dei radioamatori francesi, dal 1997 al 2018 e sono queste:



      queste sono le nuove licenze dal 2010 al 2018:



      probabilmente e per grandi linee, in rapporto con i loro numeri, qua in Italia l'andamento sarà simile
      Ultima modifica di iz0ais; 27-04-19, 19:48.
      73 de IZ0AIS Lou

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      • #4
        Re: E noi in quanti siamo...?

        stasera ho fatto un altro giro e ho trovato un paio di siti che trattano l'argomento, uno in UK ove lamentano un forte calo del numero di OM e uno recente dagli USA ( ottobre 2017 ) abbastanza dettagliato...
        File allegati
        I4ZSQ Silvano

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        • #5
          Re: E noi in quanti siamo...?

          Anche dalla Germania arrivano notizie poco rassicuranti sul futuro del radiamtismo... A quanto pare il problema è universale, USA a parte...
          File allegati
          I4ZSQ Silvano

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          • #6
            Re: E noi in quanti siamo...?

            L'unico 'studio' approfondito sulla attività dei radioamatori lo ho trovato in questo sito svedese:
            http://www.esr.se/phocadownload/emc/..._in_Sweden.pdf
            E' stato commissionato dallo Swedish Post and Telecom Authority (PTS) and the National Electrical Safety Board e viene posto in rilievo la possibilità di un inquinamento elettromagnetico da parte delle stazioni pù attive.

            Per i radioamatori australiani a quanto pare la crisi esistenziale è ancora lontana, almeno stando a quanto compare nel documento in allegato, che risale al 2015. 73'
            File allegati
            Ultima modifica di i4zsq; 28-04-19, 05:07.
            I4ZSQ Silvano

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            • #7
              Re: E noi in quanti siamo...?

              Originariamente inviato da i4zsq Visualizza il messaggio

              Per i radioamatori australiani a quanto pare la crisi esistenziale è ancora lontana, almeno stando a quanto compare nel documento in allegato, che risale al 2015. 73'
              L'australia è cellular free in quanto antieconomico coprire i grandi spazi deserti, come del resto l'africa. Li ci saranno radioamatori in eterno. Ma non perchè gli piaccia la radio, ma per necessità.
              Certo che se poi un africano di uno stato interessante comincia a vedere che fa un 100 dollari/mese con le contribution per le QSL se è attivo in top band (e se glieli fanno arrivare...) il discorso cambia. In africa 100 dollari/mese fanno la differenza tra la sopravvivenza e una vita decorosa.
              Cris IZ0IEN
              http://www.technecom.it
              Founder of FOC - Frigo Operators Club
              Member of SOC #990 - Second Operator Class
              Orgoglioso cultore del CW a correzione d'errore.

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              • #8
                Re: E noi in quanti siamo...?

                Credo che la chiave, sarebbe capire il numero di OM attivi, in qualche modo, più che delle licenze.
                Ci sono paesi che hanno tantissime licenze, come l'Indonesia, ma sono licenze usate per fare altre cose che non il radiantismo, decenni fa, adesso.. lo stesso, in qualche modo, si applica anche al Giappone.

                Detto questo, vedere la curva delle licenze americane, USA, salire negli ultimi anni, fa senza dubbio piacere.
                DX ! What else !?

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                • #9
                  Re: E noi in quanti siamo...?

                  Poniamoci una domanda:
                  Perchè nel 2019 un ventenne dovrebbe fare il radioamatore?
                  Per fare FT8? per il diplomino in 40m? per la ruota over 70 in 80m? per il contest del quartiere (con tutto il rispetto per chi fa queste attività)
                  I grafici non mentono, oggi la radio non è più interessante come in altri periodi e non è unicamente un problema di macchie solari.
                  73 de Carlo iz7cdb

                  Commenta


                  • #10
                    Re: E noi in quanti siamo...?

                    Originariamente inviato da iz7cdb Visualizza il messaggio
                    Poniamoci una domanda:
                    Perchè nel 2019 un ventenne dovrebbe fare il radioamatore?
                    Per fare FT8? per il diplomino in 40m? per la ruota over 70 in 80m? per il contest del quartiere (con tutto il rispetto per chi fa queste attività)
                    I grafici non mentono, oggi la radio non è più interessante come in altri periodi e non è unicamente un problema di macchie solari.
                    Non volevo addentrarmi nel gioco dei perchè, ma una pur breve risposta mi sento di dartela... Forse ( e dico 'forse' ) il problema è che i radioamatori veri non esistono più ( salvo rare eccezioni ). Oggi la radio la si usa senza conoscerla se non superficialmente, ci si gioca per passare il tempo facendo chiacchiere di poco conto o per tentare di affermarsi superando altri radioamatori nelle classifiche del DXCC. Quando la propagazione scarseggia si preferisce giocare con il PC o con uno dei tanti giochi di ruolo che tanto appassionano i ragazzi ammalati di iphone. La radio oggi si acquista nei negozi specializzati o in internet, chiedendo sempre se esiste un centro assistenza in grado di eseguire riparazioni e mettere su una stazione radio efficente oggi può anche costare una pazzia e non vedo come la cosa possa attirare un ventenne... e questa è solo la punta dell' iceberg. 73'
                    File allegati
                    I4ZSQ Silvano

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                    • #11
                      Re: E noi in quanti siamo...?

                      Credo che non sia necessario un trattato di sociologia o uno studio accurato sull'argomento della "decrescita infelice" del nostro numero. Sono anche convinto che "non sono quelli che non ci interessano" a lasciare. Non mi considero tra la "meglio gioventù" (gioventù...HI !!) del radiantismo. Forse quella l'abbiamo persa da un bel po'.

                      Le cause principali sono quelle crudemente evidenziate da CDB e filosoficamente indicate da ZSQ. Mi sono impegnato qualche tempo fa, in una discussione /polemica sulla rete del club CDXA al quale appartengo in USA. Ho fatto presente che attirare i ragazzi (potenziali OM) con le applicazioni/comunicazioni "all digital" che vengono sponsorizzate in USA come la nuova frontiera, non sarebbe per niente la panacea. Spiegavo all'uditorio "proponiamo un sistema di comunicazione che i ragazzi hanno già implementato in tutti i loro device, e che usano stabilmente ogni minuto". Questo senza sobbarcarsi la fatica di conseguire una licenza e l'impegno economico di allestire uno shack e un sistema radiante decente. La maggioranza mi ha detto che "the future is now" e che sono rimasto fermo, mentre il mondo avanza e mi lascia indietro.

                      Quindi a questo punto sapete cosa faccio? Mi siedo qui e aspetto. Lascio strada a quelli che stanno andando avanti con i loro algoritmi e i loro RR-73.
                      E si vedrà

                      73! Brix
                      IN3ZNR WH0Q

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                      • #12
                        Re: E noi in quanti siamo...?

                        Analizzare la grande massa di dati numeri, non è una cosa semplice, e chiunque provi a farlo dal "basso" della sua sedia nello shack, NON può per tante ragioni non influenzare l'analisi con il proprio punto di vista sulla cosa ed il proprio sentimento in quel momento, me compreso naturalmente !

                        Il mio punto di vista è questo.
                        Che la tecnologia spiccia, in uso normalmente ai "consumer" ha soppiantato la radio, non è cosa recente, non c'entra Facebook e non c'entra Internet, ma bisogna andare indietro nel tempo almeno 25-30 anni, in alcune "società" anche di più...

                        Non mi pare che il radiantismo si sia estinto in questa fascia di tempo, non solo, il momento "d'oro", migliore per Dx e Contest in HF, visto che poi tra noi in questa discussione siamo quasi tutti amanti di quel tipo di attività, è qualcosa di molto recente, diciamo degli ultimi 20-25 anni, spedizioni più importanti, più qso, record macinati quasi ad ogni contest (anche ora con il grande minimo solare...), numero di partecipanti in costante aumento etc. etc.

                        E' un aneddoto che ripeto spesso, ma credo che centri molto il problema, quando entrai per la prima volta in una sezione Ari, metà anni 90, praticamente mi fu detto che la radio agonizzava, che ormai i computer e l'appena arrivato internet ed i telefonini avrebbero soppiantato tutto etc. etc. beh, insomma, dopo 25 anni siamo ancora qua..


                        Ora, lasciamo un attimo il nostro punto vista, pensiamo di parlare ad un amico che OM non è, che ci chiede "Ma esistono ancora i radioamatori..?" e rispondere "eh.. si, ma siamo rimasti in 4 gatti, in forte crisi, MA, durante un finesettimana di contest, di gara, si possono contattare con pochissimo sforzo radioamatori attivi da 120-130 paesi differenti..." oppure, se volete, senza contest, 230-250 paesi in un anno solare..
                        Il nostro amico, chiunque, ci risponderebbe "alla faccia che siete in pochi !!!", ed avrebbe ragione.

                        Cosa dovrebbe attrarre un giovane ? Tutto quello che normalmente non vive, l'analogico !!
                        E vi posso assicurare che, se opportunamente presentato, ciò affascina molti "millenials", non a caso nelle varie attività YOTA, che con grande successo (ma pochissima copertura "mediatica" in ambito Ham... tutti presi o dalla "ciallenge" o dal piangersi addosso...a scelta) stanno reclutando nuove leve un pò ovunque, c'è molto poco digitale ma molto analogico, molto fattore umano, gruppo, divertimento, lavoro manuale nel setup di antenne e stazioni.
                        Su questo non posso che concordare con Brix, e per fortuna che la CDC li come si chiama, non si occupa di YOTA, meglio così...

                        E cmq, non sarebbe male chiedere a qualche Young, ce ne sono decine dello YOTA italiani, come mai "perde tempo" davanti ad una radio, invece di rimbecillirsi su Facebook o Tik Tok...

                        Mi pare chiarò, certo, che nei prossimi anni e decenni, si andrà verso un calo di licenza di OM in tutti i paesi, vedremo come questo influenzerà l'attività radio, va detto, che da sempre, il numero
                        delle licenze di radioamatori in un determinato luogo, paese, regione, zona, città, rispetto agli OM DAVVERO attivi in qualche modalità (Dx, Contest, Hf, Vhf, Satellite, Eme etc. etc. etc.), che accendevano
                        la radio in maniera regolare, sono SEMPRE stati una percentuale bassissima, con picchi anche dell'1%.... licenze prese perchè andava di moda, perchè lo facevano in tanti, per usare il palmarino a caccia,
                        per usare il v/uhf in mobile per scopi non radioamatoriali e tanto altro non ham...
                        Non piangerò quelle licenze.

                        Ci sono hobby mooolto più settoriali ed elitari del nostro che sopravvivono da secoli, anzi, spesso il troppo aprirsi ed annacquarsi fa perdere del tutto i punti di riferimento, chi siamo dove andiamo ?

                        Personalmente, per concludere, temo molto più i radioamatori che si piangono addosso, e quelli che vorrebbero "digitalizzare" tutto per credere e sentirsi più attuali, che il futuro ed il numero delle licenze in calo... l'ho detto.
                        DX ! What else !?

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                        • #13
                          Re: E noi in quanti siamo...?

                          Ciao a tutti,

                          è un tema sicuramente interessante e di grande attualità. Alle vostre puntuali riflessioni aggiungerei un dato squisitamente sociologico: chi avverte il cambiamento è inevitabilmente "pessimista". E visto che abbiamo vissuto - tecnologicamente parlando - gli ultimi vent'anni all'insegna di un cambiamento radicale e repentino dello strumento tecnico a tutti i livelli, ci ritroviamo ad analizzare il presente con la nostalgia di un tempo perduto che riteniamo inevitabilmente migliore.

                          E' un po' la filosofia del "si stava bene quando si stava peggio": non avevamo tutte le potenzialità offerte dal progresso tecnologico, certo, ma quanto "calde" e "vive" non erano le bande quando le radio costavano tre stipendi e avere una yagi tribanda era un privilegio raro?

                          Ci sono sicuramente dei dati tendenziali; io credo che l'Italia sia in netto trend con il resto dei Paesi radioamatorialmente evoluti, con un sostanziale calo delle nuove licenze. Anche se, mi sembra, la serie IU è già abbondantemente oltre la lettera "E"...

                          Questo calo è sicuramente imputabile ad un generalizzato disinteresse verso la radio; comunicare è un atto semplice e pressoché gratuito e la "sorpresa" di conoscere qualcuno dall'altra parte del mondo è facilmente ottenibile per mezzo di un social network. Non è a queste motivazioni che noi radioamatori dobbiamo mirare per rivitalizzare la nostra attività.

                          Personalmente, grazie all'attività radiantistica ho tratto enorme beneficio per la mia conoscenza della lingua inglese: per anni, QSO quotidiani con stazioni da tutto il mondo mi hanno permesso di fare pratica a costo zero, aggiungendo le variabili legate alla propagazione e al mezzo tecnico, con grandissimo divertimento. Se dovessi consigliare ad un ragazzo di diventare OM, gli direi proprio questo. E sappiamo tutti quanto importante oggi sia mettere in fila qualche frase in inglese, soprattutto per chi si avvicina al mondo del lavoro.

                          C'è poi un altro aspetto, su cui noi italiani siamo particolarmente sensibili, che è l'aspetto aggregativo: YOTA, contest, SES, ISS nelle scuole... qualcosa diventa bello e attraente se viene condiviso (ne basterebbero un paio alla volta che decidono di prendere la patente) e diventa un veicolo di aggregazione positiva. Qualcuno ha ricordato le sezioni ARI degli anni 90: ecco, nel 1995 mi sono iscritto al Radio Club ma non posso certo dire di avere trovato un ambiente particolarmente accogliente o stimolante. Anzi, per certi OT ero solo l'ennesimo "CB" che voleva un call da SWL per tenere a casa un apparato per le decametriche...

                          Oggi non c'è nemmeno più la palestra della 27. Ma credo che questa sia un'opportunità, più che una debolezza: perché ci consente di trasmettere sin da subito un insieme di valori, di pratiche, di conoscenze, che attengono al nostro mondo. Come dicevano i latini, i neofiti oggi sono come una tabula dealbata; ci vuole solo la pazienza di saperli coinvolgere e di condividere dei valori che alla fine sono semplici e fondanti. Quando io "racconto" che cosa fanno i radioamatori, c'è sempre stupore e tanta curiosità nei miei interlocutori, significa che qualcosa, nell'immaginario collettivo, c'è.

                          Credo che Radioamatori ce ne saranno sempre; non c'è fame di frequenze (almeno nelle HF!) e credo che ci verranno lasciati spazi e prerogative a lungo, per cui rimarremo sempre tutelati dalle amministrazioni. A meno che non si debba salvare la Terra da un attacco alieno e allora ogni shack diventa trincea... Credo anche che - nel calo generalizzato di nuove licenze - molti giovani si avvicineranno al nostro mondo per curiosità, come sono tantissimi i ragazzi che si riavvicinano al mondo degli HI-FI, dei dischi in vinile, del modernariato, delle corse in bicicletta vintage, di barba e baffi ottocenteschi.

                          E' forse illusorio pensare che si possano avvicinare a noi per una questione di... moda. Ma in una società dove conta sempre di più il come si è, dimostrare che si può essere "cool" per quel che si fa può essere una potenziale chiave di lettura futura.

                          Tony, ESV
                          Tony - IZ2ESV
                          tony.delonghi [at] gmail.com


                          Non bisogna mai smettere di avere fiducia negli uomini, direttore. Il giorno che accadrà sarà un giorno sbagliato.

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                          • #14
                            Re: E noi in quanti siamo...?

                            Originariamente inviato da iz7cdb Visualizza il messaggio
                            Poniamoci una domanda:
                            Perchè nel 2019 un ventenne dovrebbe fare il radioamatore?
                            Per fare FT8? per il diplomino in 40m? per la ruota over 70 in 80m? per il contest del quartiere (con tutto il rispetto per chi fa queste attività)
                            I grafici non mentono, oggi la radio non è più interessante come in altri periodi e non è unicamente un problema di macchie solari.
                            A me fa tristezza leggere che un radioamatore si pone questa domanda. Io a mia nipote, oggi 20enne, ai suoi amici, ai parenti, a tutti coloro che mi chiedono "cosa vuol dire essere radioamatore" trasmetto la mia passione, il mio entusiasmo, la mia energia. Essere radioamatori non è solo premere il PTT e trasmettere, è qualcosa di più profondo : è curiosità verso le cose, è conoscenza, è voglia di sapere, di sperimentare, di approfondire le cose. Io lo dico sempre ai miei interlocutori : un radioamatore è colui che abbraccia numerose discipline, dall'elettronica alle comunicazioni, dalla geografia alla storia, dall'astronomia all'informatica. Ora ditemi voi se esiste una passione così radicata che abbraccia così tanti campi del sapere. Questo vuol dire essere radioamatori. Ed è per questo che ha senso che un 20enne si appassioni alla radio, deve solo incontrare qualcuno sulla sua strada che gli accenda la scintilla della curiosità verso il nostro mondo.

                            Saluti

                            Commenta


                            • #15
                              Re: E noi in quanti siamo...?

                              Originariamente inviato da IN3ZNR Visualizza il messaggio
                              Quindi a questo punto sapete cosa faccio? Mi siedo qui e aspetto. Lascio strada a quelli che stanno andando avanti con i loro algoritmi e i loro RR-73.
                              E si vedrà

                              73! Brix
                              IN3ZNR WH0Q
                              Eccone qui un altro, io mi affaccio sul poggiolo è guardo, da spettatore asettico, sfilare una popolazione confusa.
                              Se volessi fare una analisi psicosociologica degli avvenimenti sarebbe un discorso lungo e tedioso, quindi mi astengo.

                              Ho le mie idee: che i radioamatori siano in diminuzione o che masse sempre più numerose facciano prevalentemente FT8 per prendere il diploma x,y,z

                              non lo ritengo un evento negativo, anzi pulire il garage ogni tanto e portare tutto in discarica è salutare.

                              La natura lo fa continuamente e si chiama selezione naturale.

                              un saluto da Sergio
                              ________________

                              I3MU KI3MU

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