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91 ma non li dimostra...

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  • 91 ma non li dimostra...

    L'antenna Yagi o Yagi-Uda
    Il nome deriva dai suoi inventori, Hidetsugu Yagi e Shintaro Uda, dell'Università Imperiale di Tohoku, Sendai, Giappone, che nel 1926 la idearono.
    È un'antenna di tipo direttivo e si compone tipicamente di un riflettore, un dipolo e di uno o più elementi direttori (da 2 a 20 o più), tra loro paralleli, ciascuno con una lunghezza d'onda di circa λ/2 rispetto alla frequenza ottimale da ricevere,( e +5% per il riflettore , -5% per il direttore rispetto alla frequenza di risonanza del dipolo) ed assemblati su di un profilato tubolare o quadrangolare (definito boom ).
    Grazie alle sue doti di direzionalità offre buon guadagno e buona attenuazione nei confronti dei segnali provenienti da direzioni diverse da quella di puntamento.
    L'antenna di tipo Yagi, con dimensioni opportunamente calcolate, viene impiegata dalle onde corte sino alle microonde, wifi compreso, ed ovunque sia richiesto buon guadagno e buona direttività.
    Nacque dall'osservazione che elementi sintonizzati su una stessa frequenza e a distanze entro l'uno e i due decimi di lunghezza d'onda, interagiscono tra di loro creando le condizioni per attenuare fortemente segnali posteriori al riflettore e convogliare in avanti buona parte della potenza trasmessa, stringendo tanto più il lobo d'irradiazione quanto i direttori utilizzati. Si ottengono risultati paragonabili ad un aumento di sei volte la potenza utilizzata già in una antenna a tre elementi.
    Una limitazione notevole di questo tipo di antenna è l'applicazione in gamme piuttosto ridotte con larghezze di banda di qualche centinaio di kHz per ottenere prestazioni ottimali. Al di fuori dei punti di risonanza, i rendimenti, particolarmente durante la trasmissione, si riducono drasticamente.
    Applicazioni multigamme prevedono sistemi di sintonia elaborati sugli elementi radianti e "parassiti"(così vengono definiti gli elementi risonanti non alimentati, i riflettori e i direttori) con circuiti di risonanza su più gamme tramite circuiti L-C di tipo "trappola" e "bobina" oppure con sistemi risonanti "in aria".
    Altre antenne direttive Yagi-Uda sono ottenute collegando tra loro piu'dipoli per piu'gamme e quindi piu'elementi parassiti sintonizzati sulle varie frequenze fissati al boom. Un miglioramento alle Yagi-Uda e'stata l'introduzione delle antenne Yagi "dinamiche", le quali si sintonizzano in continuita' su frequenze di varie decine di Mhz variando le lunghezze dei dipoli e dei parassiti, conservando cosi' la massima resa .
    Un sistema derivato dalle Yagi-Uda è quello delle antenne direttive Log-Periodiche, effettivamente a larga banda, sebbene con guadagni non paragonabili alle Yagi.
    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


    Passano gli anni, la tecnologia compie incredibili progressi, dalle valvole ai transistors ai microprocessori più evoluti, ma questa 'vecchietta' non ne vuol sapere di lasciare la scena. Al massimo si rifà un po' il trucco, ma niente di più. Nel campo delle onde corte è la regina incontrastata e questo dà un po' da pensare... Erano tanto 'avanti' i due ricercatori giapponesi oppure siamo rimasti tanto indietro noi..??? Meditate ... meditate.
    73'
    File allegati

  • #2
    Re: 91 ma non li dimostra...

    Anche in VHF, magari con antenne accoppiate, ci sono poche alternative. Per avere qualcosa di meglio, occorre andare su paraboloidi almeno da 10m di diametro.

    E' interessante osservare che in un articolo del 1926 Uda e Yagi sperimentavano antenne per i 4 m : vedi link

    https://www.jstage.jst.go.jp/article.../2/2_2_49/_pdf

    Una curiosità: nella foto il prof. Yagi ha l'antenna puntata dietro le spalle. Forse voleva controllare il front to back ?

    73 John i0XJ

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