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Perché scegliere un campionamento diretto

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  • Perché scegliere un campionamento diretto

    Archiviato il post sull’OVF, (https://www.hamradioweb.org/forums/sh...ad.php?t=30800 ) forse interessante, ma di scarsa partecipazione, rilancio con una libera interpretazione di quanto descritto da W8ZR circa il Central Limit Theorem.

    Supponendo il nostro RX a campionamento diretto riceva 2 segnali identici e che l’ADC del ricevitore vada in OVF quando il segnale istantaneo in antenna sia superiore a +-5V. Se supponiamo i nostri segnali identici avere una tensione massima istantanea RF pari a +-3V, così che il ricevitore andrà in saturazione quando entrambi si sommeranno nelle due condizioni a +6V o -6V.

    Il teorema (CLT) affronta la domanda di quanto frequentemente interverrà la saturazione. Semplificandone il funzionamento, supponendo che i nostri 2 segnali possano assumere solo 7 livelli di tensione intermedi: +3V, +2V, +1V, 0V, -1V, -2V e -3V (questo anche se in realtà il segnale sinusoidale in CW, varierà in continuazione da -3V a +3V.

    Ogni volta che il ricevitore campionerà questi segnali, vedrà la somma istantanea delle rispettive tensioni. Dato che ogni segnale ha 7 possibili valori, la somma delle tensioni assumerà 49 possibili valori (7X7= 49) che andranno da -6V a +6V. Facendo una lista di tutte le possibili combinazioni dei due segnali, sarà evidente che nelle 49 combinazioni, 0V accadrà 7 volte, 1V 6 volte, 2V 5 volte, e così via, fino a raggiungere i 6V (quando il massimo valore dei segnali si somma esattamente). Il valore di 0V capita 7 volte in quanto sommando i due segnali si ottengono 7 combinazioni (0V più 0V, +1V più -1V, -1V più +1V, +2V più -2V, -2V più +2V, +3V più -3V, -3V più +3V.

    Per contro c’è solo un’occorrenza per raggiungere +6V (+3V più +3V), lo stesso per i -6V. Pertanto se l’ADC del ricevitore satura per ogni tensione superiore ai +-5V ed abbiamo assunto che questo capiti solo 2 volte ogni 49 campionamenti (a +6V e -6V), questo equivale a circa il 4% del tempo.

    Un valore non esagerato ma neppure eccezionale, che si tradurrà in accenni di blocco del ricevitore per il 4% del tempo. Supponendo che i nostri due segnali ora assumano un continuo numero di valori tra +3V e -3V anziché i 7 possibili valori ipotizzati, ciò non cambierà sostanzialmente le cose, la percentuale rimarrà sempre prossima al 4%.

    Cosa diversa se anziché i 2 segnali, si abbiano migliaia di segnali, sempre con un valore variante da +3V a -3V, se ora sommiamo istantaneamente il valore di questi, avremo sempre una curva a campana con il picco a 0V e gli estremi che si estendono tra +6V e -6V ma con una sostanziale differenza. La curva a campana si restringerà notevolmente diventando molto ripida con il picco a 0V, gli estremi della curva, quelli che determineranno la saturazione, non capiteranno quasi mai, sostanzialmente più sono i segnali presenti all’ingresso del ricevitore, più la somma di questi tenderà a 0, da qui la definizione di immunità alla saturazione dei ricevitori a campionamento diretto e la loro predisposizione all’uso in situazioni critiche.

    Questo il potenziale vantaggio rispetto ai ricevitori classici, dove in quest’ultimi con filtri a tetto e in IF, la media della tensione dei segnali avviene solo all’interno della banda passante, per contro in un campionamento diretto, potenzialmente, la media del segnale RF è la risultante di tutti i segnali presenti nello spettro.

    E’ evidente che in queste condizioni, avendo un segnale estremamente forte, diciamo 9+60dB prossimo alla nostra frequenza di ascolto dove stiamo tentando di ascoltare un segnale debole, in una architettura tradizionale la tensione RF di questo segnale facilmente manderà in saturazione il front-end e gli amplificatori IF, oscurando il segnale utile, non altrettanto nel DDC, dove quel segnale verrà mediato con tutti i segnali presenti sullo spettro, unica accortezza è che questo singolo segnale non superi S9+63 (-10dBm, livello di saturazione dell’ADC).
    73, LEC

  • #2
    Re: Perché scegliere un campionamento diretto

    Non avevo mai pensato a questo fatto, ma effettivamente alla matematica non si può sfuggire! Grazie per avermi rinfrescato le idee. In ogni modo il thread precedente secondo me non è stato scarsamente partecipato, semplicemente sono molto pochi quelli in grado di aggiungere qualcosa.

    Paolo I4EWH
    http://i4ewh.altervista.org

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    • #3
      Re: Perché scegliere un campionamento diretto

      Originariamente inviato da i4ewh Visualizza il messaggio
      ... il thread precedente secondo me non è stato scarsamente partecipato, semplicemente sono molto pochi quelli in grado di aggiungere qualcosa.
      Paolo I4EWH
      Concordo, essere troppo 'avanti' può creare qualche problema in chi guarda...
      File allegati
      I4ZSQ Silvano

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      • #4
        Re: Perché scegliere un campionamento diretto

        Originariamente inviato da i4ewh Visualizza il messaggio
        Non avevo mai pensato a questo fatto, ma effettivamente alla matematica non si può sfuggire! Grazie per avermi rinfrescato le idee. In ogni modo il thread precedente secondo me non è stato scarsamente partecipato, semplicemente sono molto pochi quelli in grado di aggiungere qualcosa.

        Paolo I4EWH
        Esatto, infatti alcuni di noi sicuramente riescono a seguire il discorso, pur, nel mio caso, non essendo in grado di analizzare le formule matematiche, ma commentare è difficile, ma ciò non significa che l'intervento non abbia seguito o interesse !
        DX ! What else !?

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        • #5
          Re: Perché scegliere un campionamento diretto

          Perché scegliere un campionamento diretto

          Buongiorno Clay,

          per me è complicato, se non impossibile, entrare nel merito delle tue considerazioni (mi riferisco ad entrambi i post) a causa dei miei grossi limiti. Però posso condividere le "mie ragioni" che sono quelle del semplice utilizzatore.
          Un anno fa' avrei risposto che le radio a campionamento diretto hanno una risposta audio eccellente con un ricevitore silenzioso e preciso che non trovo in nessun'altra radio tradizionale, e questo potrebbe essere già sufficiente a giustificarne l'acquisto.
          Ma oggi, dopo due anni di costante utilizzo, aggiungo che sono molto più facili da utilizzare rendendo superflui numerosi controlli che invece sono indispensabili sulle radio tradizionali: NB, NR, APF e filtri di vario tipo diventano praticamente superflui una volta imparato a dosare la soglia dell'AGC ed il filtro passabanda.
          Un'altra considerazione è di tipo economico: nel bilancio dell'intera stazione sono più vantaggiose perchè rendono superflue scatolette e cavetterie aggiuntive che, tra le altre cose, peggiorano considerevolmente il rapporto segnale/rumore dell'intero percorso di ricezione.

          A parte l'esaltazione personale, per me si tratta di un passaggio epocale, molto simile a quello già vissuto nel mondo dell'alta fedeltà e probabilmente fra qualche tempo non ci porremo più il problema della scelta. Avremo tutti radio a campionamento diretto come oggi ascoltiamo la musica in uno dei tanti formati disponibili: tutti digitali e tutti compressi.

          Buona estate ed a presto
          Enzo
          iw7dmh
          Iscritto alla sezione ARI di LECCE www.arilecce.it

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          • #6
            Re: Perché scegliere un campionamento diretto

            Enzo, buongiorno a te,
            sono un utilizzatore come e quanto te, le considerazioni fatte sono in parte deduzioni ricavate dall’osservazione sul campo, avendo la possibilità di inserire alternativamente filtri di banda specifici, passa alto o semplicemente nulla, come pure attenuare a passi di 1 dB, e da alcune recenti discussioni su forum internazionali a cura di W8ZR, come anticipato, e N5AC, quest’ultimo forse un po’ di parte vista la sua posizione in FlexRadio.

            Quanto osservato l’ho trovato in linea con quello esposto da chi ha certamente più titolo e necessariamente deve conoscere la materia, visto che li ha progettati, non una semplice trattazione accademica.

            Faccio mie le tue prime considerazioni, tant’è che aprii un post a riguardo con le stesse impressioni, ora vorrei approfondire alcuni aspetti, con qualche verifica strumentale, e chissà, magari scoprendo tutt’altro.

            Per contro non mi trovi concorde sulle funzionalità DSP, queste a mio avviso servono a prescindere, se hai dei rumori inpulsivi il NB assolve alla sua funzione come pure il NR per i randomici o l’APF per i carries.

            Buona estate anche a te e a tutto HRW
            73, LEC

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            • #7
              Re: Perché scegliere un campionamento diretto

              Mi viene in mente la pubblicità del Maggiolino Volkswagen di quarant' anni fa: quello che non c'è non si rompe. Poi, vabbè, sul loro software ci sarebbe da discutere ma lasciamo perdere, a me interessava notare il paragone fra lo schema a blocchi di un RX analogico e uno digitale.
              Ci sono evidentemente un sacco di cose in meno (non guasterebbe un disegnino con spiegazioni ad usum delphini) tuttavia quello che conta ora non è più l' hardware con i suoi bravi filtri Collins ma il software, e qui casca l' asino: nessuno ci può mettere le mani. E' una scatola chiusa, e se fa tanto presto o tardi ne avremo solo la licenza d' uso ma non la proprietà anche se la radio l' abbiamo pagata. Vi sembra strano? Eppure con le auto sta succedendo proprio così, guardate un po' qua:

              http://www.chefuturo.it/2015/06/auto...software-open/

              E adesso chiedetevi se prima o poi (dopo televisori e lavatrici) toccherà a noialtri. Il futuro è dietro l' angolo...

              Paolo I4EWH
              http://i4ewh.altervista.org

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              • #8
                Re: Perché scegliere un campionamento diretto

                Come è vero Paolo !! Questo vuol dire che sono finiti i bei tempi in cui si poteva tranquillamente smanettare sulla regolazione dell' ALC per far tirar fuori 180W dal vecchio caro TS140, o quando bastava fare click su un piccolo deviatore sull' ALC del TX a valvole ( chi dimenticherà mai il TR4C...? ) per farsi largo sgomitando sulla frequenza occupata nei contest ( ma era solo per via che i russi arrivavano troppo forte e larghi come vasche da bagno ! ). Le prime avvisaglie arrivarono negli anni '90 con alcuni apparati della Kenwood e icom che non avevano nemmeno più il trimmer di regolazione sia dell' ALC che del max-power. Ricordo bene le facce stupite dei clienti che tornavano al negozio implorando che venisse alzata la potenza almeno a 130 watt, giusto per poter pilotare 'decentemente' l'amplificatore lineare. Le pagine dei primi forum in internet erano fitte di richieste disperate, di informazioni più o meno esatte, di pietose bugie. Senza saperlo, eravamo entrati nell'era moderna. Nessuna meraviglia quindi se il tanto sospirato ( e desiderato ) progresso cerca di mettere dei paletti all'operato dei dilettanti, possiamo credere che questo è per il loro bene. Meglio agitarsi poco, prima che qualcuno in qualche ufficio si accorga del livello di competenza tecnica del radioamatore-medio e imponga l'uso esclusivo di apparecchiature strettamente omologate... 73'
                File allegati
                I4ZSQ Silvano

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