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E noi in quanti siamo...?

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  • #16
    Re: E noi in quanti siamo...?

    Mi sembra logico l'uso di un aforisma. Che non va in una sola direzione e che non ha significati letterali, ma ben di piú.

    Un essere umano deve essere in grado di cambiare un pannolino, pianificare un'invasione, macellare un maiale, guidare una nave, progettare un edificio, scrivere un sonetto, tenere la contabilità, costruire un muro, aggiustare un osso rotto, confortare i moribondi, prendere ordini, dare ordini, collaborare, agire da solo, risolvere equazioni, analizzare un problema nuovo, raccogliere il letame, programmare un computer, cucinare un pasto saporito, battersi con efficienza, morire valorosamente. La specializzazione va bene per gli insetti.

    Robert A. Heinlein

    73 de iw1ayd Salvo

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    • #17
      Re: E noi in quanti siamo...?

      Originariamente inviato da iw1ayd Visualizza il messaggio
      Mi sembra logico l'uso di un aforisma. Che non va in una sola direzione e che non ha significati letterali, ma ben di piú.

      Un essere umano deve essere in grado di cambiare un pannolino, pianificare un'invasione, macellare un maiale, guidare una nave, progettare un edificio, scrivere un sonetto, tenere la contabilità, costruire un muro, aggiustare un osso rotto, confortare i moribondi, prendere ordini, dare ordini, collaborare, agire da solo, risolvere equazioni, analizzare un problema nuovo, raccogliere il letame, programmare un computer, cucinare un pasto saporito, battersi con efficienza, morire valorosamente. La specializzazione va bene per gli insetti.

      Robert A. Heinlein

      73 de iw1ayd Salvo
      programma ambizioso ma incompleto... Robert ha dimenticato ' Riprodursi'.
      File allegati
      I4ZSQ Silvano

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      • #18
        Re: E noi in quanti siamo...?

        Non mi pare incompleto, saper cambiare un pannolino individua aver cura della propria prole. Ma non solo, per vicinanza di termini, pannolino e pannolone, anche di altri. Son solo termini, la sostanza delle azioni significa ben di più.

        Poi, in itinere, non c'è nemmeno scritto che si conoscano Bessel, Fourier o Shannon ... non ci può essere scritto tutto di tutto, ma da il senso della completezza e della preparazione verso quel che non si conosce direttamente. Non del frutto delle azioni in momento qualsiasi. È un aforisma, non un libro scritto per sembrare vero o intrattenere a lungo: migliaia di anni. Non serve per tutto, ma serve anche per quel che traspare, aleggia e indica sommessamente, sia in negativo che in positivo. La ragione della forza e della pervicacia nella specializzazione, contro la forza della ragione nel perseguire intenti più vasti, meno specializzati.

        73 de iw1ayd Salvo

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        • #19
          Re: E noi in quanti siamo...?

          Originariamente inviato da iw1ayd Visualizza il messaggio
          Non mi pare incompleto, saper cambiare un pannolino individua aver cura della propria prole. Ma non solo, per vicinanza di termini, pannolino e pannolone, anche di altri. Son solo termini, la sostanza delle azioni significa ben di più.

          Poi, in itinere, non c'è nemmeno scritto che si conoscano Bessel, Fourier o Shannon ... non ci può essere scritto tutto di tutto, ma da il senso della completezza e della preparazione verso quel che non si conosce direttamente. Non del frutto delle azioni in momento qualsiasi. È un aforisma, non un libro scritto per sembrare vero o intrattenere a lungo: migliaia di anni. Non serve per tutto, ma serve anche per quel che traspare, aleggia e indica sommessamente, sia in negativo che in positivo. La ragione della forza e della pervicacia nella specializzazione, contro la forza della ragione nel perseguire intenti più vasti, meno specializzati.

          73 de iw1ayd Salvo
          Adesso mi toccherà leggere almeno tre volte per capire tutti i contenuti... poi vedrò se sarò in grado di abbozzare una risposta decente... 73'
          File allegati
          I4ZSQ Silvano

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          • #20
            Re: E noi in quanti siamo...?

            Ciao a tutti.

            Salvo, Heinlein era lo scrittore preferito di mio papà. Qualcosa ho letto anch'io, pescando da librerie intere di Urania e altri romanzi. Ricordi "La Città degli Aztechi?" La dea Coatlicue che girava di notte... Favoloso
            Ci sono scrittori di fantascienza che puoi chiamare futurologi e qualcuno anche filosofi.

            Parlando di "quanti siamo" in base a percezioni, senza avere dati alla mano, mi vengono in mente diverse persone che hanno la patente perchè lavorano o sono volontari in protezione civile o associazioni. Per loro la radio è un mezzo. E non c'è niente di male. Senza dilungarmi nei soliti discorsi, per noi non è così, ognuno a modo suo.

            Per esperienza personale, credo che la fiamma di questa passione si accenda da piccoli. Nel 1978 ero appena entrato negli scout. La prima notte che ho dormito fuori (e poi non ho dormito) era in occasione del JOTA. Nella palestra gli OM di Melegnano avevano allestito una stazione con diversi tavoli disposti a ferro di cavallo, con radio che non ricordo perchè ancora non le conoscevo.
            Ricordo solo una verticale che era lì tutto l'anno e una tre elementi montata solo per lo JOTA. Ah ah... ricordo che mi chiedevo da che lato irradiasse. Noi scoutini avevamo il sacco a pelo sul tatami di judo (dove poi m'han fatto tirare tante di quelle schienate...). La sera si sono spente le luci per consentire di dormire a chi ci riusciva. L'atmosfera era magica, la sola luce delle radio, il rumore di fondo rotto dalle voci prima incomprensibili in banda laterale e poi con quell'audio caldo e corposo dei valvolari. Il "CQ de" in CW che tutt' ora è l'unica cosa che capisco
            In tutto il mondo c'era solo l'appuntamento ricordato con le riviste e i giornalini di ogni nazione. Niente internet, niente cluster, mi era sembrato veramente di poter lanciare una bottiglia in mare, una lenza nell'oceano. Là fuori era pieno di ragazzini come noi, di giorno o di notte, alle spalle di un OM che ci avrebbe fatto parlare con loro. Messaggi in bottiglie che vengono raccolte. Paese a sorpresa. E anche quello che poi avrei imparato si chiama pile-up.
            Da lì credo sia storia comune a molti, ho sfinito mia papà fino ad avere un CTE per la 27 con le bande laterali. A nutrire la passione anche se non avevo soldi, ci ha pensato un CB/45metrista che andavo a trovare per vederlo chiamare con un Sommerkamp FT250 (o 200?) e un FT-7B che ho avuto poi in eredità. Ho preso la patente che ero già "grandicello", nel 2011 e come ognuno, vivo il radiantismo a modo mio. Dopo il ricevitore da SWL ho comprato prima il miniVNA, ed ho ancora la mia prima radio che è l' 817 vendutomi da Paolo IZ4EWH.
            Vi devo confessare una cosa, anche se qualcuno inorridirà: a me piace il minimo del ciclo, con quelle improvvise aperture che mi regalano IL mio QSO in portatile che mi fa scendere a valle soddisfatto (la poor man loading coil funzionaaaaaa...)
            Le bande deserte sono tornate ad essere l'oceano in cui butto la bottiglia, con l'aspettativa e il diritto di riavvolgere la mia trentina di metri di filo e tornare a valle con le pive nel sacco, da una camminata sui Peloritani, per tornare il giorno dopo in bici invece che a piedi ed essere tirato fuori da HB9LCW in trasferta in trentino. Sono d'accordo con quello che ha scritto I5NSR in un altro thread sulla propagazione.
            A me piace così.
            Però se qualcuno vuole gettare un semino di radiantismo fra le nuove leve, ricordatevi del Jamboree dell'Aria quest'anno.


            http://www.lulu.com/spotlight/CQ_Jamboree

            La QSL del JOTA 1978


            Buona serata

            Riccardo




            Originariamente inviato da iw1ayd Visualizza il messaggio
            Mi sembra logico l'uso di un aforisma. Che non va in una sola direzione e che non ha significati letterali, ma ben di piú.

            Un essere umano deve essere in grado di cambiare un pannolino, pianificare un'invasione, macellare un maiale, guidare una nave, progettare un edificio, scrivere un sonetto, tenere la contabilità, costruire un muro, aggiustare un osso rotto, confortare i moribondi, prendere ordini, dare ordini, collaborare, agire da solo, risolvere equazioni, analizzare un problema nuovo, raccogliere il letame, programmare un computer, cucinare un pasto saporito, battersi con efficienza, morire valorosamente. La specializzazione va bene per gli insetti.

            Robert A. Heinlein

            73 de iw1ayd Salvo

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            • #21
              Re: E noi in quanti siamo...?

              Beh, Silvano inizia dicendo che gli interessa leggere i nostri pareri, quindi ritengo non far dispetto a nessuno scrivendo il mio.

              Siamo ancora tanti, plausibilmente lo 0,05% della popolazione, lo dimostra anche questa discussione.

              Come ho avuto modo di dire pubblicamente, ritengo che l'interesse per diventare uno scienziato (questo E' il radioamatore) stimoli oggi come sempre la popolazione: pochi giorni orsono il muratore che ho chiamato per lavori a casa mia si e' interessato moltissimo (avendo visto la quad) al radiantismo; poi ho capito il perche': lui spiega alla nipotina come e quando si monta la benna o la pala nel buldozer per fare gli scavi... e' uno scienziato, muratore come lavoro, scienziato come modo di vivere.

              Vero e' che la societa', in alcuni periodi storici, rende disponibili tecnologie e regolamentazioni ad un utilizzo non prettamente in linea con lo spirito delle suddette tecnologie e regolamentazioni. Pertanto, se in particolari momenti storici il citato 0,05% era 0,1%, se oggi e' lo 0,07%, consideriamo il fatto che qualcuno abbia utilizzato, o stia utilizzando, la radio per scopi differenti: un australiano come fosse un telefonino, il radio network manager (non chiamiamolo il capitano della ruota sul canale 5) come un social network, il volontario della assistenza come mezzo per coordinarla, il futuro proprietario di un Applung (noto brand di smartphone che costano il triplo senza nulla di piu' degli altri se non il fatto che averli fa figo) come mezzo per stupire gli amici... chi piu' ne ha piu' ne metta.

              Personaggi negativi? Negativo e positivo (non in elettronica) sono soggettivi; non sono radioamatori, sono radioamatori in quanto hanno superato il relativo esame... per certo hanno dimostrato a quanto serva il radiantismo, ovvero a molto di piu', in certi periodi, di quanto ci si aspettasse quando e' stato regolamentato.

              Alla luce di quanto sopra, oscillazioni, od anche drastici cali, sono numeri che e' difficile rapportare al numero di radioamatori intesi come da specifica (ieee? rfc? naaah, ITU) a suo tempo creata.

              Una cosa e' certa: se non vedi qualcuno che mette un pannolino, difficile che impari su Youtube a farlo. Continuiamo a postare, ma (mi sembra di averlo letto qui) e' solo con il contatto fisico che si trasmettono gli stimoli (Silvano, ti prego, non aggiungere nulla...) e l'associazionismo e' la base per una ottimale coordinazione di questi sforzi; pertanto andiamo in sezione e creiamo il nostro Youtube Channel in essa, passando digitalmente con le nostre dieci dita il radiantismo a quelli che han conseguito la patente, in modo che essi, montando antenne, stimolino a diventar radioamatori quei muratori che han voglia di insegnare alla nipotina a montare la pala sul buldozer.

              Comunque siamo in crescita: 120 anni fa c'erano solo un bolognese, peraltro di madre extracomunitaria mi pare, ed un russo, mentre ad oggi, oltre a me mi pare qui di leggerne una mezza dozzina: +400%.

              E, no, IN3ZNR, "the future is now" te lo ha detto uno di quelli che, nessun radioamatore nel 1975 diceva ad un russo in AM quella frase, utilizzata solo oggi in un mercato consumistico per vendere telefonini e macchine da fighetto.

              E IZ1VVA, parli di scout, aggiungi "a me piace il minimo del ciclo, con quelle improvvise aperture", stavo pensando: ho trovato la mia anima gemella, lo sposo... poi per fortuna (tua - sta' buono Sil, l'ho gia' scritto io tua!) hai aggiunto che leggi uno che afferma "La specializzazione va bene per gli insetti" e son tornato sui miei passi: ben venga invece - imho - la specializzazione, significa essere scienziati, approfondire un argomento per il quale si e' portati... Marconi non ne sapeva mezza di chirurgia cardiaca e non mi pare che Barnard fosse un radioamatore.
              (Comunque Riccardo tienimi presente per attivita' su tutto quanto scrivi, le condivido molto)

              Quindi, a coloro che pensano che i radioamatori siano pochi, dico portate quelli che conoscete - voi in primis - in sezione... cosi' ci andro' piu' spesso anche io, anche io peccatore) e vedrete che siamo tanti(ni).
              A coloro che vedono il numero di licenze in calo, segnalo un incremento delle connessioni internet, delle vendite di cellulari high-end e di suv sfiziosi, su cui forse si focalizzano in questo periodo storico quelle differenze numeriche.

              Mannaggia se son logorroico!
              Marco, i4mfa w4mfa
              QRZ.com
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              • #22
                Re: E noi in quanti siamo...?

                Riso abundat in ore stultorum.

                ~/

                Di Heinlein, preferisco i suoi romanzi di un suo periodo successivo. Quello più pragmatico direi. Restano sempre Anni senza fine e Isole nello spazio, di altri autori.

                ~/

                È male essere specializzati, come costruire muri e non è di certo indolore per chi lo è. Sia costruttore che specializzato: restano chiusi nel loro dentro.


                73 de i1ayd

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