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Interpretare gli indici solari e geomagnetici

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  • Interpretare gli indici solari e geomagnetici

    Riporto questo articoletto apparso su RR 6/2012, ma credo sempre di attualità.

    Queste poche righe, non vogliono certo essere una trattazione completa ed esaustiva degli indici solari e geomagnetici, cosa che è stata fatta in tanti articoli in passato, molti eccellenti, e che probabilmente appariranno sulla nostra rivista anche in futuro, ma un pratico riassunto per il “neofita” o per chi osserva questi numeri ovunque (non più solo sul cluster con i WWV, ma anche su un infinità di siti web, forum etc.) e si chiede in “soldoni” cosa significano, quali cambiamenti oggettivi portano alla propagazione ionosferica.

    SFI e SN
    Questi due indici, tra loro correlati, misurano l’attività solare in termini , rispettivamente, di flusso solare sui 2800 MHz (SFI) e di numero di macchie solari (SN).
    Il flusso solare sui 2800 MHz è dovuto al fatto che il Sole emette energia, tra l’altro, anche nello spettro delle onde radio, in particolare da 1 a 10 Ghz, all'interno dunque dello spettro delle microonde.
    Tale emissione elettromagnetica è tanto maggiore quanto maggiori sono la temperatura, la densità e il campo magnetico, per cui la radiazione solare nello spettro delle microonde esprime una buona misura della generale attività solare.

    Le macchie solari, come sappiamo, sono zone della fotosfera solare che appaiono scure perché di temperatura inferiore a quella dell’area circostante e sono sedi di enormi campi magnetici.
    Esse pure sono espressione della maggiore o minore attività solare.
    Si può dire che in genere ad un maggior numero di macchie solari corrisponde anche un maggior valore del flusso sui 2800MHz.
    E’ bene precisare che la radiazione solare sui 2800 MHz NON è in grado di ionizzare gli strati della ionosfera terrestre, come invece accade per le radiazioni UV.
    E’ tuttavia chiaro che, essendo il flusso solare sui 2800MHz un indicatore della generale attività solare, ad un maggior valore del flusso solare sui 2800MHz corrisponderà in genere una maggiore ionizzazione degli strati alti della ionosfera , con ricadute positive sulla propagazione delle onde radio. Si ritiene che un flusso solare intorno a 100 sia sufficiente a consentire aperture sulle bande più alte delle HF, in particolare quella dei 10m.

    K Index (Kp)
    Questo indice, molto importante per la propagazione, indica lo stato del campo geomagnetico terrestre, che come sappiamo è influenzato fortemente da quello che succede sul Sole, in particolar modo dal vento solare e dai flares (i brillamenti, esplosioni, che avvengono sulla superficie del Sole). Viene misurato ogni 3 ore in 13 diverse località del globo, la scala di riferimento va da 0 a 9 ed è logaritmica. Più spesso su diversi siti web, si trova riportato il “Kp”, p= planetario, che è lo stesso indice, ottenuto mediando i vari rilevamenti delle 13 località, più indicativo del K.

    A Index (Ap)
    Molto legato al K, indica l’attività geomagnetica terrestre, in una scala a 0 a 400 nelle 24 ore, ci dice qualcosa in più rispetto al K, su cosa è successo nelle ultime ore al nostro campo magnetico. Come per il K anche l’indice A ha il suo Ap, planetario.

    Perché sono molto importanti ?
    Perché, a prescindere dal numero di macchie e dall’intensità del flusso solare, che, detto brutalmente “più alti sono, meglio è…”, uno stato alterato del campo magnetico terrestre può influenzare pesantemente la propagazione ionosferica.
    In che modo ?
    Un indice K alto, significa soprattutto “path polari” chiusi, l'effetto primo e più evidente di tempesta geomagnetica è che i segnali che si trovano a transitare sopra o anche vicino al polo nord magnetico, sono fortemente attenuati o azzerati del tutto, perché è proprio ai poli che le particelle spinte dal vento solare hanno i maggiori effetti, spesso anche sotto forma di Aurora.
    Polo nord magnetico, che si trova molto spostato verso il Nord America rispetto a quello geografico, nei territori del nord Canada, quindi per noi italiani, non solo vaste zone dell’Oceano Pacifico centro/nord orientale (KH6-ZK1-T32 etc.) sono “path polari”, ma anche la “west coast” VE7-W6/7-KL7, negli eventi più intensi di tempesta geomagnetica anche il percorso verso tutto il Nord America viene fortemente perturbato.
    Inoltre, si ha un aumento del noise, soprattutto sulle bande più basse.
    Difficilmente, anche nei casi più estremi, si hanno problemi su tratte Est-Ovest o Sud-Nord, che non transitino vicino alle zone polari, per fare degli esempi pratici, I-JA, I-VK, I-PY, I-YB, I-CM, I-ZS, etc.

    Veniamo ai numeri
    Quelli che seguono sono tre semplici grafici che aiutano a memorizzare i concetti sinora esposti: il rosso sta ad indicare valori controproducenti ai fini di buone condizioni di propagazione ionosferica, mentre il verde sta ad indicare valori favorevoli.
    La sfumatura tra i due colori rappresenta le situazioni intermedie.

    Per quanto si è detto sopra, con il valore del flusso solare SFI sui 2800MHz più si va verso il verde e meglio è.




    Per quanto riguarda, invece, l’ndice K , se esso è superiore a 4 comincia ad indicare condizioni geomagnetiche perturbate; oltre 5 si può parlare di tempesta geomagnetica e condizioni pessime sulle tratte polari e limitrofe.



    Per quanto riguarda, infine, l’indice A, se esso è superiore a 15, indica che nelle 24 ore precedenti si sono avute condizioni perturbate (con K alto).



    Uno si potrebbe chiedere a cosa serva sapere cosa è successo nel passato, cioè:
    “Se l’indice K è basso, significa che adesso tutto è tornato alla normalità ?”
    Non è così, la ionosfera ha una certa inerzia, una certa “memoria” se vogliamo chiamarla così, e quindi dopo un periodo in cui la ionizzazione è stata compromessa da eventuali perturbazioni magnetiche, soprattutto se lungo, dovranno passare ore o addirittura giorni per cui tutto torni alla normalità.

    Facendo un esempio pratico, a prescindere da flusso e macchie, una situazione con A>30 ed un K=1 è sicuramente peggiore di una con A=8 e K=1, perché nella prima, anche se l’indice attuale, il K, è basso, l’indice A ci dice che nelle 24 ore precedenti è stato molto più alto e si sono avute condizioni di tempesta, ed è quindi normale aspettarsi una propagazione ancora afflitta da quel fenomeno.
    Nel secondo, le condizioni sono di quiete e lo erano anche nelle 24 ore precedenti, a tutto favore della propagazione ionosferica anche nelle tratte polari.

    Per chi volesse approfondire, in lingua italiana:
    - Indici geomagnetici sul sito INGV: http://roma2.rm.ingv.it/it/tematiche...i_geomagnetici
    - Indici di attività solare, parte 1 e 2 su https://www.hamradioweb.org/forums/forumdisplay.php?f=31

    Enrico Giannerini
    IZ5CML
    DX ! What else !?

  • #2
    Re: Interpretare gli indici solari e geomagnetici

    Grazie!!
    73 de Marco

    https://clublog.org/livestream/ik2clb

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