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Divertirsi con il DX - parte 6

DXing & Contesting

Come divertirsi facendo DX (Sesta parte)
Copyright © 2001 Paolo Zaffi, I4EWH. Tutti i diritti riservati.

Sole, pioggia, vento e... propagazione!
Si avvicina l'inverno e la propagazione cambia. Da estiva, con salti corti e aperture improvvise nelle bande alte, passeremo piano piano alla propagazione invernale, con salti più lunghi ed aperture brevi ma un po' più stabili nella banda 20 metri e segnali quasi assenti in 10 e 12. In compenso le bande basse cominceranno a dare soddisfazioni: il 20 settembre ZL4BO arrivava a 9+10 in 40 metri!
Il ciclo delle macchie solari, che dura undici anni fra un massimo e l'altro, sta scendendo lentamente verso il punto di minima attività che probabilmente sarà raggiunto verso la fine del 1995. Questo significa che i prossimi inverni saranno caratterizzati da una notevolissima propagazione nelle bande basse (30, 40, 80 e 160)

mentre le alte (10, 12, 15, 17 e 20) saranno più che altro chiuse. Più in dettaglio avremo i 10 metri quasi sempre chiusi, i 12 con poca o punta attività (come sempre, ed é un peccato!), i 15 giusto con qualche spagnolo al pomeriggio, i 17 poco frequentati anche nei rari momenti in cui la banda sarà aperta ed i 20 metri agibili solo durante le ore di luce della giornata. I 30 metri é difficile prevederli: la scarsa attività e la banda strettissima ne fanno un'incognita, ma possiamo considerarli più vicini ai 40 metri che ai 20, almeno in condizioni normali. I 40 andranno a meraviglia: nel minimo scorso, cioè nel 1984/85 si comportavano quasi come i 20 metri dei periodi migliori: dal tardo pomeriggio, circa un'ora prima del tramonto fino al mattino inoltrato del giorno dopo, la banda offriva di tutto: giapponesi ed asiatici di prima sera, poi con l'avanzare del buio arrivava l'africa, e dalle 10 e mezzo di sera in avanti il continente americano, con in più la west-coast via lunga nel tardo pomeriggio, riservata a chi praticava bene il CW e disponeva di un’antenna migliore del classico dipolo. Quasi le stesse condizioni in 80, con l’aggiunta di un po' di splatter a causa della finestra DX piuttosto piccola (di solito da 3750 a 3800), ma il divertimento era assicurato: gli americani a 9+20 tutta la notte ed al mattino la west-coast.
Ricordo ancora N4ZC che dalla South Carolina arrivava a 9+40... aveva una direttiva a 4 elementi fissa sull'Europa ed una certa potenza, ma un segnale come il suo dagli USA in 80 non l'ho mai più sentito!
Insomma, al modico prezzo della perdita di alcune ore di sonno e del consumo di grosse quantità di caffè ci si poteva togliere la soddisfazione di collegare, o almeno ascoltare, delle stazioni veramente interessanti. Il tutto con un rumore piuttosto elevato (ci voleva un attento uso dell'attenuatore) ma i segnali erano da favola, anche chi usava un semplice dipolo poteva lavorarsi degli ottimi DX e non essendoci il Cluster a quei tempi l'orecchio e la pazienza erano le prime e più importanti virtù del radioamatore.
Fra poco quelle condizioni si ripresenteranno: ma ora abbiamo in più il Cluster, e soprattutto i dati trasmessi dalle stazioni WWV. Il primo lo conoscerete già tutti quanti, i secondi adesso ve li spiego.
La propagazione dipende dall'interazione fra il flusso solare, il campo magnetico della terra e la ionosfera. Il flusso solare é soggetto a cambiamenti rapidi e improvvisi, per questo lo tengono d'occhio diversi osservatori astronomici, quello che ci interessa di più é a Boulder, nel Colorado. Da lì escono la maggior parte dei dati sulle macchie e sui flares (cioè le eruzioni, le fiammate) che influenzano la nostra attività. I dati che vengono diffusi da queste stazioni sono: l'Indice di Flusso Solare (SFI), l'indice K e l'indice A, questi ultimi si riferiscono alle condizioni del campo geomagnetico. A volte viene trasmesso anche il numero di macchie solari (sunspot number), che ovviamente indica la quantità di macchie e gruppi di macchie visibili sulla superficie solare.
Maggiore é il numero migliori sono le possibilità di buona propagazione nelle bande alte e nelle VHF.
Le stazioni WWV trasmettono anche le condizioni rilevate nelle ultime 24 ore e la previsione per il giorno successivo.
L'attività solare é espressa con una scala di cinque valori: very low, low, moderate, high, very high.
Le condizioni geomagnetiche vengono espresse come: quiet, unsettled, active, minor storm, major storm, severe storm. Queste informazioni derivano dai valori di A e K.
SFI: Indice dell'attività solare basato sulle misurazioni del rumore generato dal Sole ad una certa frequenza, maggiore é il flusso, maggiore é anche la ionizzazione e quindi la propagazione in onde corte, specialmente nelle bande alte.
Indice K: misura lo stato del campo geomagnetico ed é misurato su una scala da 0 a 9, dove lo 0 indica la quiete ed il 9 la perturbazione. Di solito le condizioni di propagazione HF sono migliori quando il valore di K é basso od in diminuzione.
Indice A: valore dell'attività del campo magnetico terrestre derivato dall'indice K, si misura con una scala da 0 a 400. Per dare un'idea delle condizioni del campo geomagnetico, la WWV trasmette il valore stimato basato sui rilevamenti dell'indice A delle prime 12 ore di ogni giorno ed una proiezione per le seconde 12 ore. La propagazione é migliore quando l'indice é basso od in diminuzione.
Nelle bande alte, cioè dai 10 ai 20 metri, la propagazione é migliore con indici A e K bassi o tendenti al basso e SFI alto, particolarmente in 10 e 12 metri, bande molto sensibili a quest'ultimo fattore. In questo caso ci sono le migliori probabilità di collegamenti a lunga distanza con percorsi sopra o in prossimità del Polo, il che significa aperture verso Pacifico, Alaska e zone polari con segnali forti e stabili. Più le bande sono basse, meno sono sensibili al valore di SFI, ma in compenso A e K bisogna che siano non soltanto scarsi ma anche senza alcuna tendenza all'aumento, altrimenti l'assorbimento degli strati più bassi non permette l'arrivo dei segnali lontani che si riflettono negli strati più alti. Bisogna infatti considerare anche un altro fattore non meno importante: quello che incide maggiormente sulla propagazione non é solo il valore di questi indici in un dato momento, ma la loro tendenza. Se li teniamo d'occhio durante un certo periodo vedremo che le aperture migliori si verificano quando il SFI tende ad aumentare e gli indici A e K a diminuire, ma se questa tendenza si inverte, avremo una propagazione peggiore anche se i valori saranno gli stessi, senza considerare che anche gli improvvisi aumenti di SFI ionizzano gli strati più bassi (D) che bloccano i segnali riflessi da quelli più alti (F2), in modo da avere uno skip molto basso, con propagazione corta e pochi segnali DX.
Per ottenere questi dati é sufficiente connettersi al Cluster e digitare: SHOW/WWV o nella forma abbreviata: */WWV.
Una statistica interessante può essere la seguente: nel vostro Log potreste provare a prendere nota dei dati WWV quando fate qualche QSO in modo da avere sott'occhio il confronto immediato fra i collegamenti e l'attività solare. Infatti a chi si vuol cimentare nell'interpretazione dei vari indici consiglio di farlo senza perdere di vista la radio: la teoria é una cosa ed il campo di battaglia un'altra a volte completamente diversa.
Come ben sapete questa é una delle ragioni che rendono la radio bella, interessante ed imprevedibile.


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